Bellissima finale di Wimbledon

luglio 5, 2009

Chi è innamorato di questo sport come il sottoscritto non può aver perso la finale di oggi di Wimbledon. Una partita in sospeso fino all’ultimo game, veramente eccezionale. Mi ha ricordato un’altra finale durata più di 5 ore. Si era a Parigi all’epoca, sulla terra rossa, e c’erano altri due campioni (non li scrivo, mi piacerebbe sapere se qualcuno se li ricorda). Altra epoca e altro tennis.

Oggi è il giorno di Federer, probabilmente il migliore tennista che ricordiamo nella storia. Non soltanto per il numero di tornei del Grande Slam vinti, ma anche per il gioco che esprime e la facilità con cui lo esprime. Ogni gesto è da innamorarsi. Dopo il Roland Garros tutti scommettevano per la sua vittoria in terra inglese. Vittoria che in effetti è arrivata. Non cosi facilmente però.

Roddick è stato un avversario davvero degno e senza lui probabilmente non  avremmo visto questa finale da leggenda. Complimenti davvero all’americano che non ha avuto nessun timore reverenziale e si è battuto per la vittoria e non per la partecipazione. Grazie Andy, e alla fine devo dire che mi è dispiaciuto che il vincitore non sia stato tu.


Il testacoda delle regole

luglio 27, 2007

Bellissimo commento del Corriere alla vicenda dello spionaggio in F1. Sottoscrivo totalmente.

Il commento sulla sentenza Fia

Il testacoda delle regole

Mondo senza regole. Con le leggi del calcio condanna inevitabile

Non è successo niente. Meglio: è successo di tutto, ma gli alti papaveri del Consiglio mondiale della Formula 1, alloggiati comodamente all’hotel de Crillon in Place de La Concorde a Parigi, in suite da mille euro a notte, non si sono accorti di nulla e quindi hanno assolto la McLaren.
«Non luogo a procedere» anche se lo spionaggio, hanno dovuto ammettere i giudici sportivi, c’è stato. Eccome se c’è stato. Nella fin troppo breve motivazione della sentenza di assoluzione della McLaren, si sostiene che la squadra inglese «era in possesso di informazioni confidenziali della Ferrari», quindi violazione dell’articolo 151c del codice sportivo, «ma non ci sono prove sufficienti che queste informazioni — chiamansi spiate — siano state utilizzate dalla McLaren».

Si resta sbigottiti di fronte a un tono così pilatesco nel formulare la sentenza di non colpevolezza. Un tono che sconfina con la barzelletta (ma la giustizia sportiva non può permettersi di far ridere, altrimenti la sua credibilità viene incenerita dal ghigno stesso) quando si promette una maggiore severità, addirittura l’esclusione della McLaren dalla F1 per gli anni a venire, qualora si dimostrasse in un prossimo futuro «che quelle informazioni (nelle mani della McLaren da mesi) siano state utilizzate a detrimento del campionato di F1».

C’è qualcosa che non va, è evidente. Si ufficializza l’esistenza di comportamenti scorretti e sleali: a scriverlo sono addirittura i giudici. Ma si fa finta di niente pure in presenza di una dichiarazione così solenne e grave. Lo sport è fatto anche di valori, di etica, di correttezza. Colti da una improvvisa quanto grave sindrome, una specie di Alzheimer da Gran premio, i giudici della F1 vanno in testacoda e se ne fregano dei valori. Ma non basta: si sostiene che non sia stato provato il vantaggio tecnico della McLaren. In un mondo dove tra vittoria e sconfitta il confine è costruito dai millesimi di secondo, è tremendamente difficile accettare una tesi simile. Fa venire il mal di pancia, e non è un bel sintomo.

Stepney, uomo Ferrari, passa di tutto a Coughlan, uomo McLaren. E la faccenda è già grave. La spy story assume dimensioni inquietanti quando alla McLaren le carte trafugate finiscono nelle mani pesanti di tecnici di altissima responsabilità. Gente strapagata, dirigenti che coordinano progetti miliardari, capi progettisti di primissimo livello, uomini che disegnano le macchine. Invece di denunciare subito il fattaccio, meditano, aprono un dibattito interno, si studiano per bene le carte e i segreti (che non sono più segreti) della Ferrari. Anche qui il Consiglio mondiale della F1 fa finta di niente. Nel calcio, che non è il miglior mondo possibile e non è certo il paradiso dell’etica sportiva, la McLaren sarebbe stata retrocessa, per responsabilità diretta e oggettiva. Almeno nel primo grado di giudizio. Stiano attenti i parrucconi travestiti da giudici: se gli appassionati iniziano a non credere più nelle corse, nella sacralità di quell’atto magico pieno di coraggio che è il gran premio, allora la malattia può diventare grave. La sentenza di Parigi può essere un pericolosissimo virus

Daniele Dallera


Doping

Maggio 15, 2007

Già l’anno scorso, mi sembra, Basso era stato invischiato in accuse di doping per il Giro d’Italia e non aveva quindi partecipato al Tour de France. Qualche giorno fa aveva ammesso l’uso di doping, e doveva fare i nomi delle persone coinvolte. Ieri invece ha ritrattato tutto.

Oggi appare questo articolo dove viene spiegata un’ipotesi per questa marcia indietro. Viene infatto ventilata anche l’ipotesi di minacce di morte, ipotizzando tra l’altro una caduta accidentale in un fosso durante una corsa.

Non c’è che dire, hanno proprio deciso di uccidere questo sport così bello e così popolare.

ilConsigliere Antipixel


L’ufficio stamattina

aprile 23, 2007

bandiera inter

Al mio arrivo in ufficio oggi ho trovato questa!

E’ da ieri che sento la precisazione “sul campo” attaccata a questo scudetto. Anche Mughini ha detto questo asserendo che quello dell’anno scorso ci è stato attribuito da giudici bislacchi.

Secondo me anche l’anno scorso è stato vinto sul campo, ma non è stato festeggiato sul campo per colpa di alcuni manager bislacchi.

ilConsigliere Antipixel


Scudetto!!!

aprile 22, 2007

Il 15° scudetto è arrivato!  E sono due di fila!

Ancora una volta è Materazzi l’eroe, dopo il gol alla finale dei mondiali, ci ha regalato anche questa emozione grandissima.