Decadenza italiana

Molti pensano che il periodo di decadenza italiana sia avvenuto negli anni ’90 quando è venuto alla luce il malaffare di tangentopoli. E si potrebbe essere tentati di dar ragione a questo pensiero così diffuso. In realtà il periodo di decadenza è quello che stiamo attraversando in questo momento. Al massimo posso pensare che la decadenza sia iniziata in quel periodo e che questo non sia nient’altro che il figlio naturale di quel decennio.
La decadenza di cui parlo è sia sociale che politica.
Mi balzano subito all’occhio molte cose che esprimono questo concetto. Il primo è lo scempio televisivo che possiamo vedere tutti i giorni. I programmi sono ormai insulsi e basta frequentare i forum dei critici televisivi per rendersi conto di come ormai anche la gente comune se ne sia accorta. Frequento spesso il forum di Grasso di Corriere.it e molte sono le persone che si lamentano. Direi la quasi totalità. E non psso pensare che siano tutti critici televisivi dal palato fino. Sono persone normali che non si vogliono arrendere a questa bruttura. Sembra però che gli unici a non leggerlo e a non rendersene conto siano gli addetti ai lavori visto che la situazione non cambia. Gli unici programmi fatti bene sembrano essere le serie tv americane, ma, anche se fatte bene, mi sembra che puntino solo su morti ammazzati. Proviamo a vedere il venerdì sera di Italia 1 (che perla di TV!). In rapida successione 4 serial basati su omicidi. Non sono forse un po’ troppi?
Il secondo aspetto è dato dal linguaggio. Ci ha pensato Berlusconi prima sdoganando termini come “coglioni” e “stronzate” e siamo arrivati alla Cassazione che legittima l’uso del “vaffanculo”. Insomma, c’è proprio bisogno di legittimare su larga scala queste cadute di linguaggio? Non potevamo risparmiarcele queste cose?
Il degrado politico poi ha raggiunto livelli astrali. Proviamo a ripensare a quello che i gruppi politici rinfacciano agli altri gruppi. Criticano forse le idee o i modi di affrontare i problemi? Ma figuriamoci! Rimproverano atti illegali. Si rinfacciano l’un l’altro di essere disonesti, e guardando le ultime cronache possono andare avanti all’infinito perché sia da una parte che dall’altra ne hanno commesse peggio di Bertoldo. Siamo governati da una classe dirigente che non ha idee, ma solamente voglia che non siano gli altri a governare. E poi? Una volta al Governo che si fa? Boh? Prendiamo ad esempio il Governo attuale. Sono stati eletti, sono al Governo, ma che fanno? Non si sa! Un’ala dice una cosa, l’altra dice il contrario però entrambe dicono che stanno seguendo il programma elettorale. Ma come è possibile? Forse possono farlo perché un programma di 300 pagine nessuno l’ha letto e possono dire tutto e il contrario di tutto. Però non è proprio così, perché molti se ne stanno accorgendo ed infatti non sono pochi gli elettori di centrosinistra che sono delusi. Solamente i dirigenti dei partiti non se ne sono accorti.
Chiaramente lo stesso discorso si può fare anche dall’altra parte. Hanno governato per 5 anni a vista!
In tutto questo, io ottimista di natura, vedo sole cose negative, non vedo un bel futuro per il Paese. Anche perché affaccendati in questo genere di distruzione non può emergere niente di veramente nuovo. In questo quadro, per me desolante, possono emergere solo quelli che urlano di più e non quelli che ragionano di più.
Ho accolto positivamente il raggiungimento del numero di firme necessarie per il referendum perché in questo modo si è mandato un segnale forte al Parlamento, ma quello che verrà fuori se dovesse passare la legge così modificata sarebbe la spaccatura dell’attuale Parlamento in soli due partiti. Cosa positiva, ma non questi leader e non con questi partiti. Sarebbe forse la legge migliore, ma non in questo momento di decadenza. Paradossalmente la classe dirigente si stabilizzerebbe e non ci sarebbe nessun ricambio. E’ questo che ci vuole: il ricambio. Abbiamo leader prossimi ai 70 anni, mentre negli altri Stati non si arriva nemmeno a 50 anni. Quando si incontrano Prodi e Zapatero, il nostro sembra il padre dello spagnolo. Veltroni, se dovesse guidare il PD, alle prossime elezioni sarebbe più vecchio di quando Blair ha dato le dimissioni. E aveva già governato due volte! E questo solo per fare due esempi.
Non vedo vie d’uscita semplici da questa fase storica, forse è giunto il momento che la mia generazione si svegli e decida che è ora di dare un profondo rinnovamento alla politica italiana. La mia esperienza mi dice però che i trentenni attuali procedono già con una modalità vecchia e non diversa da quello classica dei politici e dei partiti tradizionali. Un po’ come se fossero già stati guastati da un imprinting ormai collaudato, ma non adatto alla società moderna.

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