L’Italia è ripartita(?)

Maggio 20, 2007

Secondo questo articolo del Corriere l’Italia sarebbe ripartita e staremmo tutti meglio. O, meglio, lo sarebbe secondo Prodi. La crescita sarebbe infatti del 2% su base annua. Navigando in giro per la rete mi sono imbattuto in questo post in cui si confrontano i dati italiani con quelli europei. La media europea è intorno al 3,1%. Pazienza, è un po’ che è così.

Tra le altre cose sull’articolo del Corriere viene anche riportata questa frase «Abbiamo ritrovato competitività e sviluppo e messo in ordine i conti in un tempo molto più rapido del previsto». E a me sembra di essere preso in giro: o hanno sbagliato clamorosamente i dati con cui fare la finanziaria (e sarebbero degli incapaci) oppure ci hanno raccontato un sacco di balle e si andava meglio di quello che ci dicevano. La sostanza è comunque che hanno fatto una finanziaria lacrime e sangue per alla fine ritrovarsi con il tesoretto. Il colmo è che questo tesoretto (con Prodi mai una parola piena, ma solo vezzeggiativi: tesoretto, ripresina…) non sanno come impiegarlo!

ilConsigliere Antipixel


Referendum

aprile 10, 2007

C’è in giro aria di referendum in Italia. Per la precisione quello sulla legge elettorale. Come al solito la classe politica fa di tutto per non far niente e proseguire come se niente fosse. Addirittura Mastella (quindi un Ministro in carica) minaccia di far cadere il governo se si dovesse arrivare al referendum.

Riporto la newsletter di Segni che è uno dei promotori di questo referendum.

Ho avuto molti rimproveri per avere omesso per qualche settimana di scrivere la lettera. E’ vero, sono stato molto impegnato con la preparazione della campagna referendaria. Riprendo adesso con una lettera pasquale che, in concomitanza con il carattere della festa, ha una nota di ottimismo.
Le idee che mi danno ottimismo sono due. La prima è l’Europa, di cui abbiamo appena celebrato cinquanta anni. Sono stato a varie celebr azioni. E mentre a Frosinone, in una manifestazione organizzata dalla Provincia, parlavo a un gruppo di studenti liceali, mi è venuto in mente questo pensiero. Quando mio padre firmava i trattati di Roma io avevo diciassette anni, l’età di molti di voi. Ebbene, se io allora mi fossi voltato indietro a guardare la storia degli ultimi cinquant’anni, avrei visto un cumulo di macerie. Di tutto quello che in cinquanta anni era sembrato forte, vitale, gravido di promesse, non era rimasto nulla. Due guerre avevano seminato morte e distruzione. Monarchia, fascismo, colonie, nazionalismo, tutto era crollato. Se voi oggi guardate a cinquant’anni fa vedete un gruppo di statisti che ha firmato una cosa che allora sembrava piccola e che oggi è enorme: l’Europa. Una cosa che a tutto il continente ha dato pace, progresso economico, libertà, democrazia.
Quindi non tutto quello che si fa è da buttare via, non tutto è sbagliato. Non sempre la politica è inutile. Quei sei primi ministri e ministri degli esteri che senza tanta retorica firmavano l’Europa ci hanno dato tutto l’opposto di quello che ci avevano procurato Hitler, Mussolini e Stalin. E allora non date retta ai demagoghi di turno che urlano all’Europa che accoglie gli immigrati, all’euro che ha fatto salire i prezzi. Teniamoci stretta l’Europa che è il nostro futuro. E non preoccupiamoci neppure troppo quando il Papa(giustamente) rimprovera di non avere avuto il coraggio di mettere le radici cristiane nella nostra costituzione. Perché di cristiano c’è tanto nell’Europa, e conta più quello che si è fatto di quello che si dice.
Il secondo motivo di ottimismo me lo dà il referendum. La settimana scorsa l’offensiva contro di noi ha raggiunto il massimo. Tutti i cannoni che erano in campo hanno tuonato contro la nostra iniziativa. Ebbene dopo due giorni non è rimasto nulla. La bozza Chiti è rimasta dentro il cassetto, perché pare che non esista, gli accordi per bloccarci si sono rivelati acqua fresca. Il 24 prossimo pa rtirà la raccolta di firme: problemi enormi, sia ben chiaro, ma questi attacchi ci hanno reso più forti.
La nostra forza è una sola: abbiamo ragione. Abbiamo posto al mondo politico un problema sacrosanto. Non si governa quando in parlamento vi sono ventidue partiti, quando la maggioranza è composta da dodici, quando si è varato un sistema elettorale che incentiva la frammentazione, quando si sono calpestati due referendum che erano stati votati dalla stragrande maggioranza di italiani. Il nostro referendum propone una soluzione; ce ne possono essere anche altre, è verissimo, e anche migliori. Ma non si può far finta di niente, o far finta di avere risolto i problemi senza avere fatto assolutamente nulla per evitare il referendum, basta una cosa semplicissima: una buona legge elettorale che vada nella stessa direzione, cioè che combatta quei mali. Ma se non si ha la voglia o il coraggio di farla la nostra marcia non si ferma.
I giorni scorsi hanno dimostrato proprio questo, e io credo che gli italiani l’abbiano capito. Quindi non è vero che le cose buone non camminino. Questa è una cosa buona, e per ora sta camminando.
Adesso chiudo. Da qui al 24 le lettere saranno tutte su questioni organizzative. Cercheremo di farvi sapere dove potete firmare, i tavoli che saranno organizzate, i modi in cui, chi vuole può aiutarci. A fra poco. La campagna sta per iniziare.

Mario Segni


Prodi e quello che servirebbe

febbraio 28, 2007

Prodi ha appena ottenuto la fiducia al Senato e può continuare a governare, almeno fino 9 marzo quando si voterà per l’Afghanistan. C’è però qualcosa che ci manca e che non sarà affrontato; perlomeno è quello che si capisce dai dodici punti su cui a chiesto la fiducia.

Io personalmete concordo con Mario Segni; avevo iniziato a seguirlo prima delle elezioni europee, prevedendo purtroppo il risultato deludente (l’avevo anche detto a Scognamiglio senza però avere avuto nessun risultato).

Continuo però a seguirlo e a ricevere la sua newsletter. L’ultima che ha mandato è particolarmente illuminante. La riporto qui sotto.

E adesso avanti tutta, come diceva Arbore. Avanti col referendum. Non c’è via di uscita alla crisi che stiamo attraversando, che è crisi di sistema. La frantumazione dei partiti è arrivata al massimo. Napolitano ha ricevuto, nei due giorni di consultazione, diciotto delegazioni. Ha detto, a chiusura, di avere visto tutte le rappresentanze dei partiti presenti in parlamento. Si può governare con dodici partiti, come oggi tocca a Prodi? Via, siamo sinceri: Romano ha i suoi difetti, e ogni tanto il pugno sul tavolo dovrebbe sbatterlo. Ma con una maggioranza di dodici partiti nemmeno Napoleone governerebbe. Forse Berlusconi pensa che se toccasse a lui andrebbe meglio. Si sbaglia, dopo un poco il frullatore dei partitini travolgerebbe anche lui.
La verità è che il potenziale distruttivo dell’ultima legge elettorale si sta rivelando adesso in tutta la sua carica malefica. Se con l’1% entri in Parlamento, hai finanziamento (e abbondante), fai un gruppo parlamentare e vieni persino ricevuto da Napolitano, chi te lo fa fare a stare in un grande partito? Tanto più che oggi di partiti con sigle gloriose, come furono la Democrazia Cristiana, il partito Comunista, il partito socialista o il partito repubblicano, per rimanere ai più noti, non ce ne sono più. Se non avesse creato un partito probabilmente Mastella si dovrebbe presentarsi da Napolitano con la famiglia. E invece, avendolo fatto, può mettere la moglie in ruoli istituzionali importanti, qualche amico in altri, e il gioco è fatto. Se non si cambia registro non c’è niente da fare.
Certo la riforma elettorale dovrebbe farla il Parlamento. E può anche darsi che con la spallata referendaria ce la faccia. Ma senza spallata, cioè senza firme, non si muove nulla. Qualcuno sta ancora aspettando le proposte di Chiti? Ma ti sei accorto che nei dodici punti di Prodi manca il problema centrale, cioè la riforma elettorale? Se Prodi non si è nemmeno azzardato a metterla al tredicesimo punto, se cioè la maggioranza non è nemmeno in grado di parlarne, pensi che maggioranza e opposizione messe insieme possano farcela?
Avanti tutta quindi, il 24 aprile si comincia. Mancano ancora due mesi, purtroppo, e sono lunghi. Ma raccogliere 500.000 firme non è uno scherzo, e bisogna organizzarsi. E dalla prossima lettera parleremo di problemi concreti, perché cercheremo di vedere che cosa possiamo fare assieme per lanciare la campagna.

Mario Segni”


Per fortuna un Ministro sa cosa fare

febbraio 22, 2007

Il Ministro di cui sto parlando è Nicolais, Riforme e Innovazioni nella pubblica amministrazione. Sul sito del Governo c’è il suo curriculum. Non è una persona da poco!

In un momento così drammatico per il Paese, lui ha la ricetta per farci uscire dalla crisi: ha infatti sbloccato i compensi per Pippo Baudo e Michelle Hunziker. Senza questo sblocco infatti non avremmo potuto vedere il Festival di Sanremo. Certo perché altrimenti non si sarebbe potuto procedere ai pagamenti dei loro compensi in quanto superiori ai 272mila euro.

L’allarme per questo pericolo era stato lanciato qualche giorno fa dall’Unità che aveva fatto un articolo in prima pagina addirittura.

Come avremmo fatto senza Festival?? Come avrebbero fatto Baudo e la Hunziker con un compenso inferiore ai 272mila euro??

Il governo che è caduto? Niente in confronto al Paese senza Sanremo!

Meno male che era quello di Berlusconi il governo che dava nani e ballerini invece di risolvere i problemi.


Prodi si è dimesso

febbraio 21, 2007

Dopo il voto di oggi sulla politica estera del governo, Prodi si è dimesso come aveva anticipato D’Alema ieri. Gli sono mancati i voti di Rifondazione e della sinistra radicale.

Diamo atto a Prodi di essersi comportato con dignità rassegnando le dimissioni dopo un fatto così grave (di fatto è stato sfiduciato sulla politica estera).

Quello che mi fa specie è Rifondazione che, dopo aver votato contro il proprio Governo, ha il coraggio di dichiarare: “Il governo deve continuare a vivere, e avrà il pieno sostegno e l’incondizionata fiducia del Pr” per bocca del suo segretario Franco Giordano. Ma come si fa a dichiarare una cosa del genere dopo averlo sfiduciato?

Update: in realtà non è stata Rifondazione, ma i due senatori Rossi e Turigliatto. La cosa grottesca è vedere come adesso i partiti fanno a gara a scaricarli dai loro gruppi.


Pena di morte

gennaio 3, 2007

Nel mio ultimo post criticavo la posizione di Prodi sulla pena di morte e fortunatamente sono stato smentito e sono contento di questo. E’ di ieri questo comunicato del Governo italiano:

«Il Presidente del Consiglio e il Governo si impegnano ad avviare le procedure formali, coinvolgendo in primis i paesi già sottoscrittori della dichiarazione di dicembre, perché questa Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta all’ordine del giorno la questione della moratoria universale sulla pena di morte»

Probabilmente non porterà a niente visto che l’Onu ha già detto che è materia dei singoli Stati che sono sovrani al riguardo, ma è un deciso passo in avanti. A questo punto, a mio modo di vedere, deve essere tutta l’Europa ad accompagnare l’Italia in questa campagna.


L’unione dell’Unione

dicembre 12, 2006

Il titolo m’è venuto bene, è un gioco di parole che rende bene l’idea.

Stavo pensando in questi giorni a come sta procedendo il rapporto all’interno dell’Unione. E’ divertente infatti vedere come siano legati con l’elastico, ogni tanto sono più vicini e ogni tanto sono più lontani, senza però mai rompersi. La cosa ancora più divertente è che sono (o erano) uniti sulla finanziaria che il Paese non vuole così com’è, mentre sono divisi sulle copppie di fatto che non sono un problema per la popolazione, sono una realtà accettata e consolidata e non penso che regolarizzare quste unioni sia uno sconvolgimento colossale per il Paese. Questo però capita quando si parte da posizioni preconcette o da posizioni che si vuole mantenere.


La Melandri e i profilattici

dicembre 1, 2006

Giovanna MelandriE’ di ieri questa dichiarazione del ministro Melandri:

La riduzione del prezzo dei profilattici e’ uno strumento determinante per la prevenzione dell’Aids e delle malattie a trasmissione sessuale soprattutto tra i piu’ giovani. Molti Paesi in Europa si sono gia’ mossi ed e’ ora che anche l’Italia agisca. In tal senso credo che ridurre l’IVA sui profilattici dall’attuale 20 al 10% sia necessario per tentare di rimuovere una delle cause del loro mancato utilizzo in situazioni a rischio tra i piu’ giovani.

Facciamo due conti. Una scatola costa, più o meno, 6€, quindi il prezzo senza iva è di 5€. Mettendo l’iva al 10% si ottiene un costo al consumo di 5,50€. Addirittura 50 centesimi in meno! Un risparmio incredibile! Adesso sì che i giovani li compreranno in massa; una volta che il prezzo è calato così tanto non avranno più scuse per non usarli!

Nella stessa intervista il Ministro dice che

il ministro della Sanita’ Francese, Xavier Bertrandt, ha deciso che piu’ di dieci milioni di profilattici da 20 centesimi l’uno saranno messi a disposizione a partire dal primo dicembre in oltre 20mila punti vendita accessibili ai piu’ giovani

Mi sembra un bel po’ la differenza, non tanto nel metodo di distribuzione che è un po’ avventuroso per l’Italia, ma direttamente nel costo dell’oggetto di cui stiamo parlando.